La nascita dell’edificio si fa risalire al periodo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. E’ probabile tuttavia che non sia mai stato completato secondo il progetto originario. Risalgono al 1980 lavori di trasformazione che ne alterano l’articolazione interna e la logica compositiva dei prospetti.
I vani dell’edificio sono in gran parte disabitati e in abbandono anche se l’edificio è attualmente in fase di restauro.
Le sue condizioni si presentano buone riguardo alle strutture. Segni di degrado sono sul paramento di mattoni e sulle chiusure verticali. Sul terzo livello gli infissi sono assenti, conferendo all’insieme un carattere di abbandono e incuria.
I prospetti dell’edificio esibiscono cortine in mattoni faccia vista impaginate secondo principi di geometria e decoro molto raffinati. La facciata principale è suddivisa orizzontalmente in tre parti da cornici marcapiano e verticalmente in cinque campate da paraste bugnate sormontate da un ampio cornicione. Il piano terra è interamente bugnato e presenta un portale centrale a tutto sesto, affiancato, nelle campate laterali, da ampie finestre e due ingressi minori. I due livelli superiori hanno alte finestre a tutto sesto, in asse con quelle sottostanti, caratterizzate dalla presenza di infissi orditi a simulare delle bifore. L’ apertura centrale e le due più esterne hanno balconi in corrispondenza degli ingressi al piano terra. Tutte le aperture dell’ultimo piano sono attualmente tompagnate.
Le facciate laterali ripropongono gli stessi motivi di quella principale, sebbene in proporzioni ridotte riguardo alla dimensione delle aperture.
Di grande interesse è la facciata posteriore, dove, sopra il piano terra, l’edificio subisce un arretramento nella parte centrale, prendendo una conformazione a C assunta a racchiudere un corpo scale cilindrico, forato da alte e strette finestre a tutto sesto, oggi in parte chiuse da tompagni in mattoni.